La serie fotografica è composta da paesaggi immaginari in un luogo in cui la natura domina la scena, cancellando ogni possibile riferimento al tempo: la natura prevale sull'uomo. Il progetto è stato sviluppato in diverse aree urbane di Londra, selezionando attentamente le location delle riprese, dove la natura è stata rilegata ad accessorio dall´intervento umano, contenute in parchi o aree verdi.
Attraverso un particolare studio della composizione fotografica della scena e della prospettiva, utilizzando in modo metaforico le fitte chiome di alberi, cespugli e arbusti, la natura si riappropria dello spazio che l'uomo le ha sottratto e “soffoca” edifici e altre creazioni umane, li circonda e li decostruisce.
Guardando queste fotografie non riusciamo a capire se si tratta di una realtà ambientata nel futuro o in un tempo relativamente vicino, o se in questa realtà l'uomo è ancora presente o è stato "sconfitto" dalla natura in rivolta. Non sappiamo neanche se si tratti di uno scenario ipotetico in cui umanità e natura abbiano finalmente raggiunto un equilibrio. Sicuramente la serie ci porta a pensare a come oggi la nostra società e la nostra economia espandano i propri limiti sempre più sottovalutando e non rispettando le vere basi su cui dovrebbe sostenersi e crescere.
In questa realtà sognante, il pensiero che voglio diffondere è: quale impatto avrà lo sfruttamento perpetuo e non regolamentato di una risorsa preziosa, così profondamente radicata nella nostra esistenza?
Il progetto è stato sviluppato nel 2011 sotto la supervisione di Paul Halliday durante la mia borsa di studio al Goldsmith College, Londra, Regno Unito.
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